COMUNICATI STAMPA
COMUNICATO DEL 08-04-2013
Mafia/ Lumia:Presenterò ddl contro precarietà testimoni giustizia
Oggi a Roma il senatore ha incontrato Ignazio Cutrò
Comunicato del 20-03-2013
Lettera aperta al Ministro dell’interno, all’Ill.mo Sig. Prefetto di Palermo, al Questore di Palermo, al Presidente del Tribunale di Palermo, al Presidente della Provincia di Palermo e al Sindaco di Palermo.
Chi vi scrive sono i figli di un avvocato penalista catanese, Serafino Famà, morto per mano mafiosa il 9 novembre del 1995, di cui alcuni di voi forse non conoscono nulla, ma che per noi è non solo un nome dell’elenco di quei 900 morti ammazzati per la democrazia di questo Paese, ma un padre che ci è stato strappato quando eravamo ancora adolescenti.
Non siamo qui per raccontarvi di lui e non vi scriviamo in un giorno qualsiasi.
Oggi è il 21 marzo, il primo giorno di primavera in cui si celebra la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie.
Oggi in tutte le piazze d’Italia quel lunghissimo elenco di nomi sarà letto da noi familiari, da esponenti di associazioni e da rappresentanti delle Istituzioni.
Oggi a Palermo due testimoni di giustizia Piera Aiello e Giuseppe Carini chiedono di essere ascoltati e chiedono protezione a quelle stesse Istituzioni che sono presenti nel ricordo delle vittime.
Togliere la scorta ai testimoni di giustizia in pericolo di vita è un gesto che non riusciamo a spiegarci e che come familiari ci da tanta amarezza e rabbia.
Vi scriviamo per chiedervi di esserci davvero, non solo nella memoria del giorno dopo, ma nell’impegno concreto e quotidiano accanto ai vivi che lottano ancora oggi contro le mafie e la corruzione.
Non c’è bisogno di vicinanza di circostanza il giorno dopo le stragi o nei loro anniversari, se non si cammina a fianco dei familiari delle vittime e dei testimoni di giustizia ogni giorno.
La memoria è incompleta senza l’impegno, è sterile retorica perché la mafia uccide, chiede il pizzo, controlla e condiziona la democrazia ed il nostro vivere quotidiano, ci priva della libertà.
Piera e Giuseppe sono testimoni di giustizia che combattono in prima linea, hanno deciso coraggiosamente di denunciare la mafia e pagano duramente questa scelta, hanno messo a repentaglio le loro vite per consegnare a tutti noi una società più giusta, rappresentano quella gente onesta che giorno per giorno fa il proprio dovere.
Invitiamo il Ministro dell’interno, il Prefetto, il Questore, il Presidente del Tribunale, il Presidente della Provincia e il Sindaco ad agire adesso, a “fare presto (e bene) perché si muore”come diceva Danilo Dolci.
Chiediamo a tutti i nostri conterranei di recarsi a Palermo, di mobilitarsi accanto a Piera e a Giuseppe in questa giornata così simbolica per dire a voce alta da che parte sta la Sicilia onesta.
Questa è la nostra Sicilia.
Flavia e Fabrizio Famà
COMUNICATO STAMPA DEL 19-03-2013
La nostra vita da fantasma per onorare la giustizia
GIUSEPPE CARINI
Il 15 Settembre del 1993 nel quartiere Brancaccio di Palermo cadeva sotto il fuoco della mafia, Padre Pino Puglisi cadeva ammazzato. Era il giorno del suo 56° compleanno. La verità veniva fuori solo grazie alla testimonianza di Giuseppe Carini. Un ragazzo di soli 25 anni.
PIERA AIELLO
Piera Aiello sposa nel 1985 Nicolò Atria, figlio del boss mafioso Vito Atria. Nove giorni dopo il matrimonio viene ucciso il suocero. Il 24 giugno 1991, nel ristorante di Piera Aiello e in sua presenza verrà ucciso il marito.
A seguito di questi eventi deciderà di divenire testimone di giustizia iniziando a collaborare, unitamente alla cognata Rita Atria con il giudice Paolo Borsellino.
Piera Aiello sposa nel 1985 Nicolò Atria, figlio del boss mafioso Vito Atria. Nove giorni dopo il matrimonio viene ucciso il suocero. Il 24 giugno 1991, nel ristorante di Piera Aiello e in sua presenza verrà ucciso il marito.
A seguito di questi eventi deciderà di divenire testimone di giustizia iniziando a collaborare, unitamente alla cognata Rita Atria con il giudice Paolo Borsellino.
Oggi martedì 19.03.2013 e stato presentato, presso la PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO,un esposto da parte di due Testimoni di Giustizia :Giuseppe Carini e Piera Aiello,impegnati da molti decenni nella lotta alla Criminalità Organizzata,per denunciare ,ancora una volta L’assenza delle istituzioni,soprattutto per quanto riguarda la sicurezza personale ,nel caso più specifico,in considerazione del momento ,che i due T.G. stanno utilizzando esclusivamente per la promozione della legalità in tutte le piazze ITALIANE per tenere vivo il ricordo delle vittime di Mafia.
Proprio in questo importante momento,i due testimoni si sono ritrovati,loro malgrado senza servizio scorta,e di conseguenza esposti a un ad un grave pericolo di vita,e ad un elevato rischio di divulgazione della loro nuova identità.
L’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia attraverso il Presidente Ignazio Cutrò,si unisce a i due testimoni per ammonire incisivamente tale irresponsabile comportamento ,nei confronti di coloro che ,appartengono a una risorsa importantissima e fondamentale,per lo Stato Italiano,nella lotta alle MAFIE,e di cui,troppo spesso si finge di dimenticare.
L’associazione Nazionale T.D.G. ricorda che tutti i testimoni vivono costantemente in situazione di grave pericolo,e in questo caso maggiormente,nessun testimone chiede o pretende dallo Stato Italiano l’impossibile,ma solo,il moralmente utile ,per non rischiare ciò che è semplicemente evitabile.
I due Testimoni Piera Aiello e Giuseppe Carini uniti ad Ignazio Cutrò Testimone e Presidente della Associazione, si sono recati presso la Procura di Palermo armati di coraggio e coerenza ma disarmati nella fiducia di quelle istituzioni che mascherate di falsa burocrazia mettono in grave pericolo di vita,Tutti i Testimoni di Giustizia.
Uff.stampa.antdg@hotmail.com
COMUNICATO STAMPA DEL 03-03-2013 ore 12:30
L' ASSOCIAZIONE NAZIONALE TESTIMONE DI GIUSTIZIA, NELLA PERSONA DEL PRESIDENTE, IGNAZIO CUTRO',
COMUNICATO STAMPA DEL 02-03-2013 ore 22:30
L'ASSOCIAZIONE TESTIMONI DI GIUSTIZIA CON QUESTO BREVE COMUNICATO STAMPA,
COMUNICATO STAMPA DEL 28-02-2013
A VOLTO CELATO DAI PASSA MONTAGNA , E A TELECAMERE SPENTE , COME LA SICUREZZA IMPONE :IERI MATTINA PRESSO LA SEDE DELLA CONFARTIGIANATO A ROMA , L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE TESTIMONI DI GIUSTIZIA RAPPRESENTATA CON FORZA DA ALCUNI TESTIMONI E DAL LORO PRESIDENDE IGNAZIO CUTRO’ ,MA SOPRATTUTTO CON L’INDISPENSABILE SUPPORTO DI CONFARTIGIANATO NELLA PERSONA DI GIORGIO MERLETTI,CONFARTIGIANATO SICILIA FILIPPO RIBELLE,CONFINDUSTRIA SICILIA VICE PRESIDENTE GIUSEPPE CATANZARO,ANTONIO TURRI ASS.I CITTADINI CONTRO LE MAFIE, ASS.CAPONNETTO , ASS.FAMILIARI VITTIME DI MAFIA , ASS.LIBERE TERRE, HANNO ,FINALMENTE,RAGGIUNTO IL PRIMO OBIETTIVO CONCRETO E COSTITUZIONALMENTE RICONOSCIUTO, SOTTOSCRIVENDO IL PROTOCOLLO DI INTESA.
VOLTO A CREARE GLI STRUMENTI ADATTI ED EFFICACI PER LA RISOLUZIONE DI TUTTE LE PROBLEMATICHE EVIDENZIATE NEL CORSO DEI DECENNI DAI TESTIMONI DI GIUSTIZIA,UN PASSO IMPORTANTE E FONDAMENTALE,SIGILLATO,CON IL PRIMO INCONTRO AVVENUTO PRESSO IL PALAZZO DEL VIMINALE ALLE ORE 16, CON LA COMMISSIONE CENTRALE DI PROTEZIONE,DOVE ,L’ASSOCIAZIONE TESTIMONI DI GIUSTIZIA RAPPRESENTATA, DAL PRESIDENTE IGNAZIO CUTRO’,DAL VICE PRESIDENTE PIETRO DI COSTA,E DA UN NEO TESTIMONE LIGURE ,HA POTUTO SPIEGARE ED AMPLIARE PUNTO PER PUNTO GLI OBIETTIVI SOTTOSCRITTI DAI TESTIMONI NEL PRIMO LORO DOCUMENTO UFFICIALE .RISCONTRANDO NELLA COMMISIONE CENTRALE PRESIEDUTA DAL SOTTO SEGRETARIO DI STATO CARLO DE STEFANO :UNA TIMIDA APERTURA ANCORA DA VERIFICARE AD UN DIALOGO COSTRUTTIVO TRA I TESTIMONI E LA STESSA COMMISIONE CHE HA EVIDENZIATO L’ASSOLUTA, ESIGENZA DI UN ULTERIORE INCONTRO STABILITO NELLE PROSSIME DUE SETTIMANE .
IGNAZIO CUTRO’ AGGIUNGE:
NON PU0’ E NON DEVE ACCADERE MAI PIU’ :CHE IN QUELLO CHE CONOSCIAMO COME “MONDO CIVILE “ I TESTIMONI CHE SONO SOPRATTUTTO UOMINI , DONNE,E BAMBINI VENGANO DIMENTICATI DALLE ISTITUZIONI TROPPO SPESSO DISTRATTE .
I TESTIMONI RIMANGONO UN BENE ASSOLUTO CONTRO LA LOTTA ALLA MAFIA E A TUTTA LA CRIMINALITA’ ORGANIZZANA ,DI CONSEGUENZA VANNO ASSOLUTAMENTE PROTETTI CON TUTTI GLI STRUMENTI POSSIBILI,NON ISOLANDOLI MA RIPORTANDOLI A UNA VITA QUANTO PIU’ DIGNITOSA FATTA SOPPRATTUTTO DI LAVORO CHE RIMANE UN DIRITTO COSTITUZIONALE.
I CITTADINI, NON DEVONO AVERE PAURA DI DENUNCIARE ,PER MIGLIORARE IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI NON SI DEVE SCENDERE A PATTI CON L’OMERTA,MA LO STATO NON PUO’ RISPARMIARE MEZZI ,RISORSE E BUON SENSO NEI CONFRONTI DI CHI INVECE A SPESO TUTTA LA SUA VITA PER LA DEMOCRAZIA.
Uff.stampa A.N.T.D.G